Crisi e dieta, mangia che ti passa, ma la dieta fa giovani
Crisi e dieta, secondo due studi condotti in paesi diversi in Spagna, il primo, dal Centro nazionale di ricerca sul cancro e l'altro, negli USA, dalla University of Miami School of Business Administration, in periodi di crisi il cibo diventa consolatorio, anzi proprio perché deve compensare, vengono prediletti alimenti ipercalorici e porzioni abbondanti.
La contraddizione con i dettami che indicano la riduzione di calorie per mantenere una buona salute e sperare i una vita lunga è evidente.
La ricerca spagnola pubblicata su Plos one, afferma che mangiare poco e in modo semplice allunga la durata media della vita perché mantiene giovani i cromosomi mettendo così al bando malattie mortali come il cancro. Questo risultato è stato fino ad ora solo ottenuto in laboratorio, dove si è sperimentato sui topi che la riduzione calorica anche del 40% rispetto ad una dieta normale, avrebbe l’effetto si migliorare la salute e allungare la vita. Si è evidenziato che i topi hanno cromosomi più giovani, riducono il rischio di cancro, osteoporosi e invecchiamento.
Sulla rivista Psychological Science è sto pubblicato uno studio che invece afferma che in tempo di crisi si mangia molto di più e si desiderano alimenti calorici. questo comportamento scatterebbe per paura di rimanere senza riserve vitali in periodi di magra.
Ai volontari che si sono prestati per lo studio sono state dette delle frasi che ne dovevano influenzare il comportamento, a quelli che ricevevano frasi allarmanti reagivano con l’aumento dell’introito di cibo, anche fino al 40% in più della norma. Questo valore era poi confrontato con il campione che invece aveva avuto una comunicazione rassicurante o normale.
Sempre nell’ambito dello stesso studio il campione ha dovuto assaggiare lo stesso cioccolato, ma che veniva descritto in modo diverso a secondo del campione cui era indirizzato, quindi frasi allarmanti e frasi neutre. Quelli che ascoltavano frasi allarmanti hanno ingerito lo stesso cioccolato credendo però che fosse ipercalorico rispetto agli altri che hanno mangiato quello definito normale.
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Chiara
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Riccardo
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REBECCA