Cellule staminali: da ultranovantenni a embrionali
Negli ultimi anni si sta parlando sempre più spesso di cellule staminali, dunque delle caratteristiche di queste particolari cellule e dei risvolti che potrebbe garantire al mondo della medicina, dunque all'umanità intera, la possibilità di manipolare tali cellule per gli scopi più disparati.
Le cellule staminali presentano delle peculiarità uniche nel loro genere, e sono sostanzialmente in grado di rigenerarsi: alla luce di questa caratteristica è accaduto in molte diverse occasioni che si sia parlato della possibilità di utilizzare le cellule staminali in ambito medico con le più disparate finalità.
Gli esempi sono davvero tanti: si è parlato infatti della possibilità di utilizzare le staminali per curare le patologie in assoluto più temute, ovvero i tumori, allo stesso tempo si è discusso anche della possibilità di utilizzare le staminali per finalità più frivole, ad esempio per restituire una capigliatura ai soggetti interessati da calvizie.
Quando si parla delle cellule staminali, peraltro, non può essere sottolineato un aspetto, ovvero che sono state create delle vere e proprie banche delle cellule staminali. Cerchiamo di capire di che cosa si tratta.
Le banche delle cellule staminali sono sostanzialmente dei "magazzini" di cellule staminali prelevate da un feto al momento della sua nascita, in particolare dal suo cordone ombelicale, una parte che appunto è particolarmente ricca di staminali.
Prelevare delle cellule staminali e conservarle a tempo indeterminato può essere un'operazione interessante per diverse ragioni, nell'eventualità per cui si dovessero raggiungere dei progressi di natura medica tali da poter sfruttare le cellule staminali per scopi medici, le cellule staminali immagazzinate al momento della nascita potrebbero rivelarsi davvero molto utili.
Quella in questione tuttavia è soltanto un'eventualità, un'eventualità che al momento è da considerarsi puramente teorica.
Le cellule staminali hanno suscitato un grandissimo clamore, e alcune persone hanno perfino dichiarato di essersi curate con successo proprio tramite le cellule staminali.
La realtà dei fatti è però differente: le cellule staminali al momento sono in fase di studio, e la possibilità di utilizzarle concretamente in modo medico rappresenta ancora un qualcosa di astratto.
Non è mai superfluo sottolineare questo, dal momento che è profondamente immorale far circolare delle notizie che donano ai malati un velo di speranza che non corrisponde tuttavia a realtà.
Negli ultimi giorni si è parlato molto spesso dei risultati ottenuti da una ricerca ad opera di un team francese, composto da ricercatori dell'Università di Montpellier, i quali hanno appunto effettuato degli studi riguardanti le cellule staminali.
Sulla base di quanto è stato eseguito in laboratorio, questi ricercatori sarebbero riusciti ad ottenere l'inversione di cellule staminali ultranovantenni in cellule simili a quelle embrionali.
La novità di questo studio pubblicato su Gens and development, rispetto a quelli precedenti, è che con questo metodo si ottengono cellule staminali come le staminali embrionali.
Le cellule usate per lo studio provenivano tutte da individui tra i 74 e i 101 anni e sono state trattate con 4 geni e 2 fattori di trascrizione, le implicazioni di questo particolare studio riguardano ovviamente la possibilità di rigenerare le cellule più datate e di trasformarle in cellule "nuove".
Soprattutto la medicina rigenerativa, dunque, si è interessata ai risultati di questo studio sulle cellule staminali, e ovviamente a livello teorico si sono fatte le ipotesi più disparate, immaginando come cellule di questo tipo possano contrastare in maniera efficace l'invecchiamento biologico, oppure che possano fronteggiare efficacemente patologie di vario genere.
Anche da questo punto di vista, tuttavia, quanto di positivo si può immaginare rimane sul punto puramente teorico: ovviamente l'auspicio di tutti è che realmente si possa trovare il modo di impiegare le cellule staminali per degli scopi curativi, ma al momento la scienza medica non conferma nulla, di conseguenza è assolutamente fondamentale evitare clamori e soprattutto non alimentare speranze che non possono essere ritenute concrete.
-
Chiara
-
Riccardo
-
REBECCA