Autismo, il discorso interiore potrebbe aiutare i bambini che ne sono affetti

Secondo una ricerca condotta dalla Durham University, pensare a parole potrebbe aiutare i bambini autistici a migliorare la comunicazione con il mondo esterno

Autismo, il discorso interiore potrebbe aiutare i bambini che ne sono affetti

Il “discorso interiore”, ovvero il parlare con sé stessi al fine di ordinare i propri pensieri, potrebbe essere d’aiuto per i bambini affetti da autismo al fine di mantenere aperte le linee di comunicazione con l’esterno e, di conseguenza, aumentare l’indipendenza: questo il risultato di uno studio specifico condotto dalla Durham University, in Inghilterra.

Gli psicologi che hanno condotto la ricerca hanno riscontrato che, sebbene la capacità di effettuare il discorso interiore sia integra anche negli autistici, c’è un legame tra l’uso e l’assenza della stessa e il livello di disabilità comunicativa del paziente nella prima infanzia.

Il suggerimento che i ricercatori danno, quindi, è semplicemente quello di incentivare da subito l’utilizzo del discorso interiore: all’atto pratico, potrebbe essere utile insegnare ai bambini autistici ad imparare il programma di scuola verbalmente piuttosto che con l’ausilio degli orari visivi.

David Williams, docente del Dipartimento di Psicologia alla Durham, la quale per l’indagine si è avvalsa della collaborazione della Bristol University e della London City University, sostiene che le persone che in generale “pensano a parole” quando si tratta di pianificare attività complicate, sono facilitate nel conseguimento di buoni risultati.

Il discorso interiore, aggiunge Williams, è ciò che consente a bambini sani di sviluppare la tendenza a parlare ad alta voce per traghettarsi verso un obiettivo da raggiungere o per risolvere un compito difficile, ed è proprio quello che a bambini con autismo manca, e mancando le opportunità per avere scambi comunicativi con altri, di conseguenza scema anche la possibilità per loro di sviluppare un’efficiente comunicazione con sé stessi.

Sarebbe quindi, fra le altre cose, anche la mancanza del discorso interiore a contribuire allo sviluppo dei comportamenti ripetitivi tipici delle persone affette da autismo.


Andrea Proietti





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