Cellule staminali e capelli bianchi

I capelli bianchi potrebbero essere eliminati grazie alle cellule staminali

Le cellule staminali stanno davvero catalizzando l'attenzione dei media negli ultimi tempi, ed effettivamente le peculiarità scientifiche che contraddistinguono queste cellule sono assai speciali.

Le cellule staminali hanno infatti una proprietà unica nel loro genere, ovvero quella di rigenerarsi, di rinnovarsi, e ciò ovviamente ha subito spalancato degli orizzonti assai interessanti dal punto di vista medico.

Il fatto che una cellula riesca a rigenerarsi autonomamente è davvero un qualcosa di straordinario, ragion per cui si sono fatte le ipotesi più fantasiose circa la possibilità di utilizzare le cellule staminali ai fini medici.

Si è discusso ad esempio della possibilità che le staminali possano consentire di fronteggiare il cancro, ovvero una delle malattie in assoluto più temute, allo stesso tempo i possibili impieghi delle staminali potrebbero abbracciare anche esigenze ben più frivole, come ad esempio restituire la capigliatura a chi ha una testa calva.

Il fatto che una cellula sappia rigenerarsi è davvero un qualcosa di molto speciale, tuttavia gli impieghi medici di questa così intrigante caratteristica oggi sono su un livello puramente teorico.

Ovviamente tutti auspicano che la scienza medica riesca a percorrere delle vie tali da offrire la possibilità di utilizzare le cellule staminali per scopi terapeutici, ma ad oggi questo non è possibile, ed è eticamente corretto sottolinearlo: in modo troppo semplicistico infatti si è parlato della possibilità di utilizzare le cellule staminali per ragioni mediche, ad esempio come soluzione anti-cancro, ma non è onesto parlare in questi termini e donare una speranza tutt'altro che concreta ai tanti malati che stanno affrontando dei faticosi percorsi di guarigione tramite le soluzioni terapeutiche tradizionali.

Fatta questa doverosa parentesi, è interessante sottolineare l'ultima notizia che ha riguardato il mondo delle staminali, la quale è strettamente correlata ad un recente studio della New York University Medical Centre, pubblicato a giugno sulla rivista 'Cell'.

In tale studio si afferma infatti che un gruppo di studiosi sarebbe riuscito a far tornare il colore scuro il colore dei peli di alcuni topi, e attraverso il medesimo processo si è parlato della possibilità di impiegare le staminali come soluzione per fronteggiare il problema dei capelli bianchi.

Nello specifico, dal bianco si avrebbe modo di tornare al colore originale grazie alla manipolazione della proteina Wnt nelle cellule staminali del follicolo pilifero che lavorano in collaborazione con le cellule staminali del colore, note come melanociti, le quali determinano appunto il colore dei capelli. 

Lo studio è in fase sperimentale, però evidenzia come le cellule staminali abbiano un'importanza fondamentale anche nella colorazione dei capelli. 

Dalla diffusione di questa notizia il passo ad ipotizzare la possibilità di adoperare le cellule staminali per scopi estetici, quindi, è breve, ma anche in questo caso si tratta solo di un qualcosa che non è stato realizzato, se non appunto in dei topi da laboratorio.

Sicuramente la possibilità di recuperare dei capelli del colore originario è assai allettante per chi ha i capelli bianchi o brizzolati, ma obiettivamente la questione relativa alle opportunità di impiego delle cellule staminali a livello medico può abbracciare delle questioni molto più importanti, molto più delicate.

La straordinaria caratteristica di queste cellule, le quali riescono a trasformarsi e a rigenerarsi in modo autonomo, purtroppo non è ancora stata tradotta in delle concrete innovazioni mediche, di conseguenza non ci si può sbilanciare quando si parla dei possibili impieghi per cui potrebbero contraddistinguersi le cellule staminali in futuro.

Non c'è che attendere, dunque, e scoprire se ci saranno delle novità da questo punto di vista, ovviamente fino ad allora è molto positivo essere informati sulle ultime News che riguardano le staminali, come appunto quella che è stata appena menzionata e che ha visto come protagonisti gli studiosi del New York University Medical Centre.





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