Prima, durante e dopo lo svezzamento
Pediatri ed esperti sostengono che il latte materno sia fondamentale per la crescita del bambino perché contiene nutrienti quantitativamente e qualitativamente ottimali per coprire da solo tutti i fabbisogni del nascituro nei primi 5 o 6 mesi di vita. I bambini che ne beneficiano hanno difese immunitarie più forti, sono meno soggetti a gastroenteriti, raffreddori ed otiti. L'allattamento inoltre rafforza il rapporto tra la madre e il piccolo, oltre ad avere qualità nutritive vantaggiose. Vivendo per 9 mesi nell'utero materno, una volta nato necessita di continuare a mantenere il contatto con lei, appagando i propri bisogni in modo immediato. Attaccato al seno il neonato ascolta la voce della madre, impara a sentire il suo odore e a riconoscerla.
Vediamo assieme le caratteristiche del latte materno:
Dal primo al sesto giorno dopo il parto le mammelle producono il colostro che è un liquido denso e di colorazione giallastra, ricco di sostanze contro le infezioni e aiuta il neonato ad espellere le prime feci. Dal quattordicesimo giorno dopo il parto il seno produce il latte di transizione, successivamente a tale data invece il latte maturo che nutre il bambino fino alla conclusione dell'allattamento. Questo è composto per il 90% da acqua e da vitamine, grassi, sali minerali e zuccheri. Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rappresenta l'alimentazione ideale per le prime fasi della vita di un uomo. Purtroppo, però, non sempre la mamma può allattare al seno a causa di problemi di diversa natura. In tali casi si ricorre al latte artificiale. Grazie ai progressi compiuti negli ultimi anni, quello in commercio è sempre più simile al naturale, arricchito di nucleotidi, elementi che rafforzano il sistema immunitario del neonato. Ne esistono diversi, per ogni età ed esigenza. Durante lo svezzamento l'ideale è il latte di crescita in quanto rispetto a quello di vaccino risulta più completo.
L'OMS sostiene inoltre che un bambino può nutrirsi del latte materno fino al 6° mese di vita, ma lo svezzamento può cominciare a partire dal 4° mese. In ogni caso, sarà il pediatra a decidere quando è il momento giusto. Il bimbo, infatti, con lo svezzamento inizierà a scoprire nuovi sapori e potrebbe per questo rifiutarli. Niente paura, dunque, se inizialmente gran parte delle prime pappine finiscono a terra o comunque vanno sprecate, bisogna aver pazienza e rispettare i tempi del piccolo.
Tra i primi alimenti aggiunti alla dieta del bambino ci sono gli omogeneizzati che possono essere di frutta, di carne, di pesce, di formaggini, di legumi, di verdure oltre alle pappe pronte. Sono porodotti studiati e preparati con la massima attenzione.
Successivamente al periodo dello svezzamento, l'alimentazione richiede schemi meno rigidi, ciò non toglie che la quantità e la qualità dei cibi non debbano essere più controllati. Sicuramente il bambino avrà imparato a masticare e ad ingoiare e sarà anche più curioso di assaggiare nuovi sapori.
Virginia Lombardo
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Chiara
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Riccardo
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REBECCA