I Radicali Liberi
Le modificazioni indotte sulla cute dal processo di invecchiamento possono essere considerate come il risultato finale di reazioni ossidative conseguenti a perdita dell’equilibrio che sussiste tra radicali liberi e patrimonio di sostanze antiossidanti.
Risale al 1956 la teoria, formulata da Denham Harman, sui radicali liberi, secondo la quale tali specie altamente reattive, con il passare degli anni, si accumulano nell’organismo svolgendo una potente azione ossidante, dannosa per quasi tutti i costituenti cellulari.
I radicali liberi sono molecole a cui manca almeno un elettrone per cui sono altamente instabili e reagiscono velocemente con le altre molecole cicrostanti al fine di completare l’elettrone mancante. Sono prodotti secondari che si formano naturalmente all'interno delle cellule del corpo quando l'ossigeno viene utilizzato nei processi metabolici per produrre energia (ossidazione). In quantità minima aiutano il sistema immunitario nell'eliminazione dei germi e nella difesa dai batteri, ma con il passare degli anni si assiste ad una naturale riduzione dei meccanismi antiossidanti con conseguente perdita dell’equilibrio che sussiste tra radicali liberi e patrimonio di sostanze antiossidanti.
In sede epidermica, riescono a destabilizzarne le normali funzioni vitali e secretive, determinando una graduale degenerazione del tessuto connettivo, con conseguente diminuzione delle proteine nobili quali collagene, elastina e fibronectina. La conseguenza di questo processo degenerativo consiste nella perdita di tono per aumento della componente fibrosa del derma rispetto a quella elastica, nonché una netta diminuzione della concentrazione dell’acido ialuronico che è il principale fattore di idratazione cutanea.
I Radicali Liberi sono classificati in due distinte categorie: i ROS (specie reattive dell'ossigeno) e gli RNS (specie reattive all’azoto)
Quelli maggiormente diffusi sono i ROS. Questi possono formarsi spontaneamente per reazione diretta dell'ossigeno molecolare con cationi (generalmente ferro) non chelati presenti nel circolo sanguigno, nell'interstizio cellulare o nei fluidi intracellulari, o per via enzimatica (ad opera dell’'enzima NADPH ossidasi ed una serie successiva di reazioni biochimiche).
I ROS attaccano il collagene causando la formazione di legami crociati tra le fibre (crosslinking) che così diventano rigide e perdono la loro flessibilità, e l’acido ialuronico inibendone il potere antiossidante, il ruolo nel promotore dell’idratazione e della compatezza della cute, il ruolo nello stimolare la proliferazione deii fibroblasti.
La prima difesa contro il danno dei ROS è endogena all’organismo ed è rappresentata da sistemi proteici di difesa, principalmente enzimi e metallo proteine. La seconda linea di difesa è costituita da composti antiossidanti non proteici, capaci di inattivare i radicali già formati, rallentarne e/o bloccarne le reazioni a catena, quali la vitamina A (o retinolo), la vitamina C (o acido ascorbico) , il glutatione, la vitamina E (o tocoferolo) e il beta-carotene, l’ubichinone, flavonoidi, l’acido lipoico, diversi sali minerali.
I sistemi di difesa di natura proteica vengono sintetizzati direttamente dall’organismo, i sistemi di difesa non proteici e/o i loro diretti precursori vengono somministrate per via orale come supplementazione o attraverso gli alimenti.
Stefania Michelotti
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REBECCA