La tosse persistente nei bambini come curarla

La tosse persistente nei bambini come curarla

La tosse persistente nei bambini è una manifestazione tutt’altro che rara, tuttavia laddove un bimbo dovesse esserne interessato è importante che i genitori, o comunque le persone che se ne prendono cura, si rivolgano tempestivamente ad un pediatra per accertarsi che non sia sintomo di problemi di salute più complessi.

Prima di approfondire questo argomento, ad ogni modo, è utile comprendere che cosa è la tosse, e per quale ragione viene a manifestarsi.

 

La tosse: che cos’è?

La tosse è una manifestazione dell’organismo che si può verificare nelle circostanze più disparate, e si tratta sostanzialmente di una reazione: l’organismo reagisce in questo modo, infatti, laddove abbia la necessità di espellere delle sostanze irritanti, oppure delle quantità di muco.

Il muco è una sostanza organica secreta dall’organismo per proteggere l’apparato respiratorio: questa sostanza, infatti, impedisce che elementi potenzialmente pericolosi presenti nell’aria possano raggiungere i polmoni una volta inalati.

La funzione del muco è dunque preziosissima, ed ovviamente l’organismo, dopo averlo secreto, si preoccuperà anche della sua espulsione, favorendola appunto tramite la tosse.

La tosse di questo tipo è definita tosse grassa, o anche tosse produttiva.

Il muco, ovviamente, non viene prodotto soltanto per proteggere i polmoni laddove si sia esposti a dell’aria poco salubre, come ad esempio in una stanza in cui è presente del fumo di sigaretta, ma la sua secrezione può anche essere legata ad un raffreddore, oppure ad uno stato influenzale.

La tosse in cui non si verifica una produzione di muco è detta invece tosse secca, e le due tipologie di tosse sono in genere curate con prodotti specifici: in commercio, ad esempio, vi sono degli sciroppi dedicati esclusivamente alla tosse grassa, ed altri alla tosse secca.

 

Tosse occasionale, durevole o persistente

Esistono tantissimi diversi tipi di tosse, al di là del fatto che la medesima implichi o meno l’espulsione di muco.

Il colpo di tosse occasionale, infatti, è una manifestazione assolutamente comune, la quale può essere legata ad esempio alla momentanea esposizione a dell’aria poco salubre.

Specifici studi di psicologia sociale, peraltro, hanno evidenziato come il colpo di tosse venga spesso effettuato volontariamente in situazioni particolari, come ad esempio in un momento di imbarazzo.

Parallelamente ai colpi di tosse occasionali vi è inoltre quella che potremmo definire come tosse durevole, ovvero la forma più normale di questa manifestazione.

Quando l’organismo ha la necessità di espellere delle quantità di muco o altre sostanze irritanti, infatti, reagisce con una serie di colpi di tosse che si ripetono in modo più o meno frequente per un determinato periodo di tempo.

È difficile sbilanciarsi su quale sia la durata “normale” della tosse, anche in considerazione del fatto che questa manifestazione si attenua in genere in modo graduale, e non in modo improvviso: la tosse può reiterarsi per appena mezza giornata, così come per oltre una settimana, e in entrambi i casi può trattarsi di una condizione assolutamente fisiologica e non meritevole di preoccupazione.

La tosse persistente, invece, è un tipo di tosse che si manifesta con una frequenza eccessivamente prolungata, al punto da divenire un sintomo che richiede degli approfondimenti medici.

Anche in questo caso, ovviamente, i limiti temporali sono da considerarsi puramente indicativi, tuttavia se la tosse dovesse protrarsi per più di 10-15 giorni si può parlare di tosse persistente, soprattutto nel caso in cui non si sia neppure attenuata rispetto ai primi giorni in cui è venuta a presentarsi.

 

La tosse e i bambini

La tosse persistente nei bambini è giustamente considerata un fenomeno preoccupante, di conseguenza qualora un bimbo manifesti della tosse per oltre 10 giorni è importante rivolgersi ad un pediatra per una visita specialistica.

Fatta questa doverosa premessa, ad ogni modo, è utile sottolineare che anche per i bambini la tosse è una manifestazione assolutamente normale, dunque bisogna evitare allarmismi qualora non vi siano delle anomalie.

Se si chiede ad un pediatra qual è la ragione più frequente per la quale i genitori richiedono una visita di controllo di carattere straordinario, con ogni probabilità risponderà proprio che è la tosse il problema che li preoccupa più frequentemente.

È giustissimo che sia così, anzi sarebbe grave se nei confronti dei bambini non si avesse un livello di attenzione assolutamente massimo dal punto di vista medico, tuttavia proprio come per gli adulti anche nei più piccoli la tosse è un fenomeno assolutamente fisiologico.

 

Quando rivolgersi ad un pediatra?

Sulla base di quanto appena detto, dunque, quando è necessario rivolgersi ad un pediatra per accertarsi che la tosse del bimbo non sia dovuta a problemi di salute più preoccupanti?

La tosse persistente dei bambini, come detto, è la prima ragione per cui è necessario far visitare il bimbo o la bimba da un pediatra in modo tempestivo: come accennato in precedenza, è opportuno fissare una visita nel caso in cui il piccolo conviva con la tosse da oltre 10 giorni.

Oltre che per la tosse persistente dei bambini, fenomeno che non deve assolutamente lasciare indifferenti i genitori e le persone che si prendono cura del piccolo, la visita di un pediatra è indispensabile anche in altri casi.

Nei primi mesi di vita, anzitutto, bisogna prestare massima attenzione alla tosse, ed è opportuno rivolgersi immediatamente a un pediatra anche nel caso in cui la tosse si protragga per un solo giorno.

La visita di uno specialista deve essere tempestiva anche nel caso in cui si noti che il bambino ha difficoltà di respirazione, oppure qualora il suo respirare produca degli insoliti rumori, come ad esempio dei lievi fischi; un sintomo che non deve essere sottovalutato, allo stesso modo, è il modificarsi della normale tonalità di colore delle labbra del bimbo, soprattutto qualora divengano bluastre.

Il bimbo deve essere portato da un pediatra anche nel caso in cui il muco espulso presenti delle insolite colorazioni o delle quantità di sangue, qualora il bimbo risulti innaturalmente irritato o affaticato dopo dei colpi di tosse, oppure qualora la tosse si accompagni ad uno stato febbrile per oltre 3 o 4 giorni.

Non bisogna trascurare neppure l’ipotesi per la quale la tosse possa essere causata dall’inalazione di piccoli oggetti.

Ovviamente è importante che questa eventualità sia scongiurata, dunque bisogna prestare massima attenzione ai giocattoli che vengono consegnati al bambino, allo stesso modo è opportuno che, nei primi anni di vita, il bambino sia sempre controllato a vista.

Un’eventualità simile, ad ogni modo, può verificarsi anche laddove non vi sia alcuna negligenza da parte dei genitori o di qualsiasi altra persona che accudisce il bambino, di conseguenza se si ha anche solo il sospetto che la tosse del piccolo possa essere legata a questo, magari notando nel piccolo un insolito stato di agitazione, non bisogna esitare nel rivolgersi ad un pediatra.





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