Cybercondria: di cosa si tratta?

La cybercondria è una patologia di natura psichica che sta diffondendosi sempre più. Ecco di cosa si tratta.

Cybercondria: di cosa si tratta?

Che cosa si intende per cybercondria? Questo termine è decisamente poco consueto, trattandosi di un neologismo, tuttavia la patologia designata da questa parola è piuttosto comune e sta diffondendosi sempre di più.

 

Per comprendere cosa sia esattamente la cybercondria è sufficiente analizzare il significato di questa parola: tale neologismo, infatti, è un’unione tra il termine “ipocondria” ed il prefisso “cyber”, che designa appunto un qualcosa di correlato al mondo della tecnologia.

 

L’ipocondria è un termine certamente più conosciuto, ed è una condizione che interessa, come noto, elevate percentuali di popolazione.

 

L’ipocondria è sostanzialmente una condizione psicologica di particolare ansia ed apprensione, la quale è legata alla paura di essere interessati da patologie di vario tipo.

 

Nei soggetti ipocondrici questa paura è immotivata pressoché nella totalità dei casi, ed ovviamente la persona interessata da ipocondria, per via di questo suo timore, versa in una condizione di ansia permanente.

 

Per il medesimo motivo, inoltre, la persona ipocondrica tende ad essere eccessivamente attenta all’igiene, alla sicurezza, a ciò che mangia, e non di rado questo aspetto di natura psicologica ha dei risvolti negativi nei confronti della vita sociale e del modo di relazionarsi con gli altri.

 

Tutti, ovviamente, hanno una “sana” paura delle malattie, la quale non deve essere tuttavia confusa con l’ipocondria: l’ipocondria, infatti, è a tutti gli effetti un disturbo psichico, una sorta di ossessione che si manifesta assai spesso non solo nei modi più semplici, dunque come detto con un’attenzione eccessiva nei confronti della propria salute, ma anche con attacchi di panico, stati di ansia particolarmente accentuati, allucinazioni.

 

L’ipocondria, insomma, è a tutti gli effetti una malattia psicosomatica, e come tutti i disturbi di natura psichica può avere delle radici svariate e molto complesse: in alcuni casi, gli psicologi mettono in relazione l’ipocondria ad uno stato depressivo, in altri, invece, la causa del problema viene individuata in dei particolari traumi o particolari difficoltà relazionali.

 

E’ evidente, insomma, come la causa di uno stato di ipocondria possa essere individuata, nel singolo caso, esclusivamente da un professionista; allo stesso modo solo un medico specializzato in patologie psichiche può suggerire una terapia valida per risolvere questo problema, qualora dovesse presentarsi in un modo talmente acuto da rivelarsi preoccupante.

 

Si stima che i soggetti ipocondrici corrispondano indicativamente al 2% della popolazione, una quantità tutt’altro che trascurabile.

 

Fatto il punto su cosa sia esattamente l’ipocondria e in che modo può essere riconosciuta, è ora possibile introdurre il concetto di cybercondria.

 

La cybercondria può essere definita come una manifestazione tipicamente ipocondrica correlata, appunto, all’utilizzo di Internet, strumento che ormai è entrato a far parte della quotidianità di tutti.

 

Quale legame può sussistere, quindi, tra l’utilizzo del web e l’ipocondria?

 

Il soggetto ipocondrico, interessato dunque da stati di ansia costanti e da una condizione di costante apprensione nei confronti del proprio stato di salute, tende spesso a sfogare nel web le proprie paure, effettuando una serie di ricerche dedicate, appunto, alle patologie più disparate.

 

Il soggetto ipocondrico tende ad individuare dei possibili sintomi di una patologia in modo improprio, nella grande maggioranza dei casi senza che nel fisico si sia realmente manifestato alcun campanello d’allarme, di conseguenza si mette a cercare compulsivamente in rete per comprendere di cosa si sia potuto trattare.

 

La sua ricerca, caratterizzata da uno stato di ansia costante, lo porta ovviamente ad interpretare in modo personale e del tutto infondato quanto letto in rete, di conseguenza collega i suoi presunti sintomi a determinate patologie in modo assolutamente improprio, sviluppando così delle convinzioni assolutamente sbagliate circa il proprio stato di salute.

 

La cosiddetta auto-diagnosi, ovviamente, è un qualcosa di profondamente sbagliato, nonché di pericoloso, di conseguenza la persona ipocondrica sceglie di curarsi senza che vi sia alcun fondamento di natura medica.

 

Oltre a quanto detto, c’è da sottolineare un altro aspetto assolutamente primario: la persona ipocondrica che naviga in rete, assai spesso, individua delle fonti non attendibili, e ciò rende ancor più deleterio questo particolare atteggiamento.

 

E’ cosa nota, d’altronde, che le notizie mediche presenti in rete siano inevitabilmente sommarie, non essendo fondate su una reale visita medica nei confronti della persona interessata, ed il fatto che questo tipo di informazione sia inevitabilmente piuttosto generica e non sufficientemente precisa rende la cybercondria un aspetto ancor più preoccupante.

 

Inutile sottolineare, ovviamente, che effettuare delle auto-diagnosi ed affidarsi alla rete per individuare delle possibili soluzioni terapeutiche ad un presunto problema è un qualcosa di profondamente sbagliato, per questo motivo è molto importante che i parenti e le persone vicine alla persona ipocondrica controllino in modo attento i farmaci utilizzati dalla stessa e, in generale, i suoi atteggiamenti.

 

Ovviamente la cybercondria, proprio come l’ipocondria, è un problema che deve essere fronteggiato a monte, e che non può offrire soluzioni valide attraverso idee sterili e drastiche come ad esempio l’eliminazione della connessione al web: il soggetto ipocondrico, infatti, troverebbe certamente il modo di collegarsi ugualmente in rete, o comunque riuscirebbe a sfogare la propria ansia in modo diverso.

 

La cybercondria, quindi, è a tutti gli effetti una patologia di natura psicologica, una manifestazione che ha nella rete Internet non certo la causa, ma semplicemente il mezzo di sfogo.

 

Sia l’ipocondria che la cybercondria, dunque, necessitano di un approccio terapeutico mirato, ed è assolutamente fondamentale che la persona si affidi ad uno psicologo in grado di individuare le reali cause a monte di questo spiacevole problema.

 

Nella cybercondria, così come in gran parte delle problematiche di tipo psicologico, assai difficilmente la persona interessata dal problema ne è consapevole, o quantomeno lo riconosce, di conseguenza il ruolo dei familiari e delle persone care in generale è assolutamente determinante nell’indirizzare la persona verso il prezioso e necessario affiancamento di un professionista.

 





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